Martedì 17 aprile va in scena al Teatro Comunale di Bologna L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini , nella frizzante regia di Dario Fo , che cura anche le scene e i costumi. Le luci di Franco Marri sottolineano l’effervescenza della musica e della rappresentazione.
L’Italiana, dramma giocoso per musica in due atti su libretto di Angelo Anelli, va in scena per la prima volta, con trionfale successo, il 22 maggio 1813, al Teatro San Benedetto di Venezia. Rossini ha ventun’anni, e si misura con un testo non scritto appositamente per lui, ma che era già stato musicato nel 1808 da Luigi Mosca, e proposto alla Scala con tiepido riscontro. L’impresario veneziano Giovanni Gallo offre a Rossini di rimusicare quel libretto. La materia “turca” non era una novità, in quel primo decennio dell’Ottocento: era rimasta, dal 1683, anno della vittoria europea contro il Gran Vizir a Vienna, nell’immaginario popolare, in letteratura, nelle arti visive e nella musica. In quest’ultimo ambito, la turquerie si era espressa,, dal punto di vista narrativo, attraverso una serie di situazioni buffe, dovute alla diversità di usi e costumi, in cui la comicità è il risultato dell’impossibile confronto fra due mondi lontanissimi, mentre dal punto di vista musicale vengono ricreate sonorità “turche” attraverso l’uso di percussioni – in particolare, triangolo, piatti e grancassa – e di un lessico colorito ricco di acciaccature, cromatismi e note extratonali.
Molti musicisti, da Gluck a Mozart, si erano tuffati nella turquerie, e Rossini ne fu indubbiamente conquistato perché scrisse l’opera in diciotto giorni, ricorrendo molto probabilmente anche all’aiuto del poeta Gaetano Rossi, per lievi modifiche al libretto, e a quello di un altro collaboratore, che stese quasi tutti i recitativi secchi.
L’intento dello spettacolo di Fo è quello di riproporre l’Italiana tanto buffa e ricca di motivi, effetti e follie quanto quella del suo debutto veneziano.
Sul palcoscenico Simone Orfica, nel ruolo di Mustafà; Elizaveta Martirosyan, in quello di Elvira sua moglie; Silvia Mazzoni sarà Zulma, la schiava confidente di Elvira; Mario Cassi interpreterà Haly, capitano dei corsari algerini; Maxim Mironov sarà Lindoro, giovane italiano schiavo di Mustafà; Marianna Pizzolato, Isabella, signora italiana e Bruno De Simone, Taddeo, compagno di Isabella.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna salirà il Michele Mariotti. Maestro del Coro è Paolo Vero.
L’opera è un nuovo allestimento del Rossini Opera Festival in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna e verrà replicata nei giorni 21, 24, 27, 28, 29 aprile e 2, 3 maggio.
Nelle repliche del 28 aprile e 2 maggio saranno impegnati Umberto Chiummo (Mustafà), Michele Angelini (Lindoro), Daniela Pini (Isabella), Bruno Taddia (Taddeo).
Info: 199 107070 (a pagamento)
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